ALBERO DI NATALE

Scheda didattica


L'aspetto educativo:

Questo filmino è una scommessa vinta.

Davanti a una classe con gravi problemi di comportamento ho voluto accettare la sfida educativa ed inventare una strategia per cercare di agire alla radice del problema.
Ho deciso di lavorare sull'immagine di sè, riconoscendo il bisogno di identità dei bambini, cercando di sostituire l'immagine negativa (che è la più facile da creare) con una positiva, da costuire portando allo scoperto le proprie qualità spesso dimenticate.
Tutte le attenzioni sono state indirizzate alla cosiddetta "bottiglia mezza piena", non riservandone alcuna a quella mezza vuota.
Ho scommesso sui bambini. Ho creduto alla loro capacità di essere rispettosi, maturi e responsabili, al di là delle apparenze.
Quest'atteggiamento è stato condiviso anche dalla collega Nicla De Vincenzo, insegnante prevalente nella classe, senza il supporto della quale il progetto non avrebbe potuto avere l'efficacia che ha avuto.

I bambini già conoscevano i filmini prodotti l'anno scorso dalla classe parallela. Quindi alla proposta di fare un cartone animato hanno aderito con entusiasmo unanime, consci più del successo del prodotto finale che della fatica della produzione.
Questo mi ha permesso di porre condizioni.
Ho portato in classe videocamera e cavalletto, presentandoli come oggetti specialissimi, costosissimi e delicatissimi, che non sono fatti per essere usati dai bambini (con l'unica eccezione nel caso di bambini estremamente attenti e responsabili).
Abbiamo discusso in classe per capire quali comportamenti potrebbero rovinare l'attrezzatura e quali invece la rispettano.
Alcuni bambini si sono resi conto che il cattivo comportamento anche di uno solo di loro può rovinare il lavoro di tutti.
Abbiamo analizzato quali comportamenti impediscono la collaborazione e quali invece aiutano a stare insieme in modo produttivo.
Siamo arrivati a comporre un cartellone che illustra nel dettaglio una classe senza regole accanto ad una classe con le regole.
Quello che secondo me ha dato nuova efficiacia ad un percorso classico sulle regole di convivenza è stato il concetto di allenamento.
Proprio come lo sportivo si allena, fatica, sbaglia, prove e riprova, fa esercizi, chiede consigli in vista della gara, così i bambini hanno cominciato ad allenarsi (a scuola come a casa) ad avere un comportamento responsabile in vista del filmino.
Per portare il concetto di allenamento a livello di bambini di 8 anni, abbiamo deciso di dedicare mezza mattina alla settimana alle riprese, fatte da un piccolo gruppo di bimbi al di fuori dell'aula, in ore coperte dalla compresenza. Questo è divenuto una specie di appuntamento settimanale di verifica del proprio allenamento. A rotazione, con un ciclo di circa un mese, tutti i bambini sono stati chiamati. Occasionalmente è capitato che alcuni bambini durante la settimana avessero avuto comportamenti non adeguati. Non sono stati chiamati. Sono stati invece invitati ad allenarsi in vista della settimana successiva.
Credo che focalizzare l'attenzione sulla produzione del filmino e sulle sue esigenze, non colpevolizzando gli errori di percorso ma invitando a intensificare l'allenamento abbia nutrito e rafforzato la motivazione dei bambini.

La produzione del filmino è iniziata con brevissime animazioni di prova (scene di oggetti in movimento, stop-motion, della durata di pochi secondi), con il triplice scopo di provare la tecnica, di dare ai bambini un'idea concreta del lavoro per aiutarli ad immaginare il risultato finale e nutrire la motivazione, di concedere ai bambini un banco di prova per il loro allenamento senza rischiare di mettere a repentaglio l'opera vera e propria.

Alcuni episodi mi sono parsi simbolici, espressione del cambiamento di atteggiamento avvenuto durante il percorso. Ve ne racconto uno, che riguarda uno dei bambini definiti i più indisciplinati, ribelle all'autorità, che quando, per disperazione, veniva cacciato fuori dall'aula rispondeva, nel migliore dei casi: "No, io resto qui".
Un giorno, dopo una settimana di buon allenamento, durante le prime riprese nel piccol gruppo, questo bambino si è lasciato scappare una parolaccia.
Mi sono sentita raggelare. Sapevo che la classe aveva deciso che ogni sgarro comportava il rientro in classe, ma sapevo anche che questo bambino in modo particolare aveva bisogno di esprimere se stesso e vivere molte esperienze positive di successo personale. Avrei tanto voluto far finta di niente. Invece, con il cuore infranto, mi sono obbligata a rispettare il patto di classe e, con calma, guardandolo negli occhi, gli ho detto: "Sono molto dispiaciuta perchè avevamo bisogno di te. Ma sai anche tu quali sono le regole che abbiamo deciso insieme". Questo bambino, con estrema dignità e senso di responsabilità, ha detto: "Torno in classe ad allenarmi". L'ho ammirato moltissimo.
Uno scivolone ha permesso alle più grandi qualità personali di emergere. E' stato un investimento.

Anche l'acquisto delle lampade, rivelatosi necessario durante il lavoro, è stato un momento molto educativo. Per limitare la spesa ho acquistato due lampade da lavoro. Come per molti oggetti, anche sulla scatola di queste lampade c'era un riquadro con la scritta:  "Tenere lontano dalla portata dei bambini".
Abbiamo riflettuto insieme sulle ragioni di quest'avviso precauzionale, andando a studiare i pericoli che si possono incontrare usando lampade potenti. Di conseguenza i bambini si sono sentiti privilegiati per avere accesso ad attrezzature del genere, consapevoli dell'enorme responsabilità e della fiducia date loro.
Sono sempre stati ometti saggi, orgogliosi e pieni di attenzioni.

Il lavoro nel piccolo gruppo ha fatto nascere dinamiche relazionali nuove ed ha permesso una partecipazione diversa dal solito. Ha dato spazio ai bambini più timidi e riservati fornendo loro un contesto facilitante ed accogliente (l'idea delle palline  riprodotte a rovescio è di una bambina di cui normalmente a stento si sente la voce).
Ha ridotto la platea ai bambini sempre in cerca di attenzione ed ha aumentato la parte di responsabilità personale, stimolandoli a dedicare più energie al proprio lavoro. Il piccolo gruppo, in sostanza, è stato un spazio privilegiato di espressione.

La soddisfazione personale nel vedere crescere l'opera si è trasformata pian piano in soddisfazione di gruppo. Ha cominciato a formarsi un'identità positiva di classe, non più "la classe difficile" ma "la classe di fiducia", alla quale è concesso fare cose che nessun altro fa.
Le ultime discussioni di classe (si vedano ad esempio quelle riprese nel backstage) hanno mostrato una soprendente abilità collaborativa e di ascolto. Siamo passati dall'accostamento di diverse idee personali, nei primi tempi, all'integrazione di più idee elaborate ed arricchite in un'unica idea di classe.

Abbiamo cercato di non rifiutare nessun contributo, usando un po' di creatività quando questo risultava difficile. Mi piace citare l'esempio dell'aeroplanino che, da oggetto amato ma estraneo al Natale, è divenuto l'elemento caratteristico di questa commedia natalizia.

Un enorme supporto a questo lavoro di consolidamento dell'identità positiva ci è venuto dal mezzo multimediale stesso. Non è infrequente trovare nella scuola attività di teatro con obiettivi analoghi. Ma il fatto che l'audiovisivo non richieda prestazioni dal vivo, ha permesso ai bambini di assistere con distacco alla presentazione pubblica del filmino, senza il rischio che l'emozione o qualche errore potesse intaccarne la qualità. Il fatto che l'opera multimediale fosse registrata ha permesso di godere a lungo dei risultati anche quando la fatica della produzione è finita. L'aver pubblicato il filmino con Licenza Creative Commons ne ha facilitato la diffusione. Inoltre l'esperienza ci ha insegnato quanto sia potente il mezzo audiovisivo, che ha un'enorme presa sul pubblico. Abbiamo visto con quale attenzione vengono ascoltate queste due storie, quella del ramo e quella di questo strano gruppo di bambini. La loro reazione nutre la mia convinzione che ogni proiezione del filmino e del backstage, privata o pubblica, sia una conferma dell'identità positiva, sia individuale che di gruppo.

Un miracolo dunque?
No, i miracoli a scuola non esistono. Lo conferma il fatto che a produzione conclusa, il comportamento della classe sia un po' regredito. Il processo di crescita non è lineare, è fatto di passi avanti, di stasi e di regressioni all'interno di un percorso che cammina sempre avanti.
Cosa rimarrà di questo lavoro ai bambini? Non è dato saperlo. La speranza è che questo filmino sia un documento oggettivo, una testimonianza delle grandi capacità relazionali, creative, tecniche di questi bambini. Spero che rimanga un riferimento interno nei momenti difficili, tutte le volte che l'immagine di sè sarà messa in discussione.

L'aspetto didattico:

Attraverso l'esplorazione e la sperimentazione i bambini hanno analizzato il linguaggio multimediale, approfondendone in particolare l'aspetto tecnico.
Gli effetti dell'aproccio sperimentale sono visibili nel prodotto finale. Il filmino non è perfetto: alcune scene contengono evidenti errori che hanno permesso ai bambini di riflettere e trovare soluzioni per il miglioramento. Cito ad esempio il problema dell'illuminazione, così evidente nelle prime scene girate (i pupazzi nella palestra, illuminati solamente dalla luce solare che entrava dalla finestra). I bambini hanno notato il problema ed hanno proposto un'illuminazione artificiale, stabile e controllabile.
Il metodo didattico sperimentale non evita gli errori, anzi: fa di tutto perchè i bambini ne facciano il numero più alto possibile.


THE MAKING OF ALBERO DI NATALE - DVD video (PAL/NTSC), 11'05"

Questo video documentario racconta il percorso educativo con le immagini.
Progettare e riprendere le scene di una scuola senza regole è stata un'esperienza catartica  e spassosissima sia per i bambini che per la maestra.
Molte idee sono dei bambini. Regia, riprese e montaggio sono della Maestra Raffaella.



Note

Il RUOLO DELL'ADULTO:

La Maestra Raffaella è stata l'unico adulto coinvolto nella produzione. La Maestra Raffaella sono io, insegnante di Musica, Arte e Immagine.
Il soggetto è nato dai bambini, con l'obiettivo di creare un filmino da mostrare ai genitori in occasione dello spettacolino natalizio.
Sono stata il facilitatore dei processi di sviluppo dell'idea, di studio delle inquadrature, dei movimenti, e dell'illuminazione, di composizione della colonna sonora.
Ho disegnato personalmente la storyboard, quasi sotto dettatura, visualizzando alla lavagna le idee espresse dai bambini durante la discussioni in classe. Storyboard che è poi stata discussa e modificata in classe fino ad ottenere un completo consenso.
Nella fase di ripresa ho curato l'allestimento del set (videocamera, cavalletto, lampade) assieme ai bambini che sono stati  presto in grado di montare da soli le attrezzature. Ho avuto il ruolo di supervisore mentre i bambini muovevano i personaggi (ogni pezzo in carico ad un bambino) controllavano l'occupazione del campo, scattavano la fotografia.
Per la fretta dataci dalle scadenze dei Film Festival, qualche scena è stata ripresa da me sola.
Il montaggio è stato a mio carico. I bambini sono stati solamente dei consulenti in quanto (per quest'anno) la scuola non possiede sufficiente attrezzatura tecnologica per farli lavorare direttamente. Ho portato a scuola di volta in volta i pezzi di filmino prodotti, raccogliendo i commenti dei bambini.
Ho fatto la selezione dei suoni scegliendo personalmente quali utilizzare tra i tanti proposti e registrati dai bambini.

PRECEDENTI ESPERIENZE DI DI PRODUZIONE AUDIOVISIVA E/O DI EDUCAZIONE ALL'IMMAGINE:

La classe non ha precedenti esperienze laboratoriali nè particolari percorsi di educazione all'immagine. Per me insegnante, invece, questo è il terzo filmino prodotto con i bambini. Nel precedente anno scolastico, infatti, ho cominciato un percorso sperimentale di cinema in una classe parallela.
La proposta di giocare sperimentando animazioni è nata sotto la spinta della mia personale passione per il video, il cinema e l'animazione nonchè per l'apprendimento cooperativo.
Completamente autodidatta, mi considero un videoamatore evoluto.


Raffaella Traniello - 31 July 2008

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